Iniziativa sulla scuola: un’occasione da sfruttare

di Renato Züger, Municipale PS di Giubiasco

Il prossimo 28 settembre siamo chiamati ad esprimerci in votazione cantonale sull’iniziativa Aiutiamo le le scuole comunali. Votando “sì” si ha la possibilità di sostenere una proposta efficace per migliorare concretamente la qualità dell’insegnamento primario in Ticino. La riduzione del numero massimo di allievi per sezione (che di fatto ne costituisce il contenuto principale, o perlomeno quello più discusso) consente di alleggerire il carico di lavoro dei docenti, sia quelli titolari sia quelli delle materie speciali, a tutto vantaggio del clima formativo e della qualità delle lezioni. Può sembrare irrilevante, eppure vi sono comunque differenze sensibili tra l’insegnamento che si può impartire in una classe di 25 elementi (norma precedente), di 22 (riforma recente) oppure di 20 (testo dell’iniziativa).

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Si aggiunga poi a titolo d’esempio che il numero di docenti di sostegno pedagogico è direttamente proporzionale a quello delle sezioni; di riflesso, aumentarne leggermente il numero significa avere a disposizione più operatori per rapporto alla popolazione scolastica e quindi una miglior presa a carico dei casi difficili (purtroppo numerosi).

 

Gli oppositori della modifica legislativa ne contestano la reale necessità, argomentando che già ad oggi la larga maggioranza delle classi non supera l’effettivo di 20 allievi: stando così le cose, non si capisce perché non si possa comunque appoggiare l’iniziativa, che non dovrebbe dunque creare sconvolgimenti nel sistema scolastico cantonale (contemplando pure la possibilità di deroga nel caso di insormontabili problemi logistici). Si è pure parlato sovente degli accresciuti costi che conseguirebbero da questi cambiamenti, comprendenti pure un maggior onere sul versante dell’offerta complementare di mense e doposcuola: cifre sicuramente rilevanti, ma che vanno intese come investimenti nel settore cruciale della prima scolarità.

La scuola non si compone solamente di aspetti “ideali” (didattici e pedagogici), ma dipende anche da fattori “materiali” (finanziari e logistici): migliorare questi ultimi non significa avvantaggiare unicamente i docenti, come si potrebbe ingenerosamente pensare, bensì impegnarsi per consolidare la qualità della formazione di base per i futuri cittadini.