Interrogazione di
Heinrich Bang, per il gruppo Unità di Sinistra.
- Premessa
Il termine inglese littering, intraducibile in italiano se non attraverso una perifrasi, indica l’abbandono – deliberato o involontario – di rifiuti di piccole dimensioni in spazi pubblici o aperti all’utilizzo pubblico come strade, piazze, parchi, spiagge e boschi. Il littering non è solo un fenomeno diffuso, ma le sue conseguenze iniziano a essere sempre più note e preoccupanti. Dalla scoperta della prima isola di plastica nel Pacifico (Plastic vortex), seguita poi da quella nell’oceano Atlantico, è ormai risaputo che circa l’80 per cento dei rifiuti che si trovano in mare provengono dall’entroterra, e che l’inquinamento provocato dal littering ha gravissimi impatti sull’ecosistema, sulla salute ma anche sui conti pubblici. Diverse ricerche negli ultimi anni si sono concentrate sulla valutazione della tipologia di rifiuti abbandonati, sulla promozione di iniziative di sensibilizzazione e prevenzione anche attraverso azioni di pulizia straordinaria del territorio, ma pochissime ricerche sono andate a monte del problema, ovvero: qual è il profilo del litterer? Chi sporca e perché?
- L’analisi sociologica sul littering
È stato eseguito uno studio promosso da AICA (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) sostenuto dal ministero italiano dell’Ambiente, dal Consorzio nazionale imballaggi (Conai) e dai sei consorzi di filiera, condotto insieme al dipartimento di Culture, politica e società dell’Università degli studi di Torino consistente in un’analisi volta a indagare il fenomeno del littering. Pur trattandosi di un fenomeno diffuso, la pratica del littering rischia di passare inosservata perché l’azione che lo contraddistingue (l’abbandono di un rifiuto) è limitata da un punto di vista spaziale, ma soprattutto temporale, e può essere svolta in maniera nascosta o cercando di dissimulare il gesto. Inoltre, si tratta di un comportamento stigmatizzato, socialmente difficile da giustificare. È quindi difficile indagare su un comportamento che si è poco propensi a manifestare o ad ammettere di tenere. In pratica i ricercatori, dopo aver selezionato i luoghi idonei all’osservazione, vi hanno trascorso un determinato periodo di tempo concentrando la loro attenzione sugli individui presenti e in modo particolare su coloro che avevano tra le mani oggetti che potevano trasformarsi abbastanza velocemente in litter. Per questo i soggetti osservati erano principalmente in possesso di piccoli oggetti quali imballaggi, cibo, sigarette e altre tipologie riscontrate a seconda dei casi. Un’altra delle variabili di osservazione è stata la tipologia di luogo, caratterizzati quindi da diversi tipi di affollamento, diversa presenza di cestini e così via. Si voleva infatti verificare la possibilità di evidenziare una correlazione fra tipologia di luogo e tipologia di comportamento. Pertanto, sono state condotte osservazioni in parchi pubblici urbani, nei centri città, nelle località turistiche, nei festival outdoor, nelle scuole e università, davanti alle gelaterie, nelle aree in contesti a prevalenza naturale, nei quartieri semi periferici delle città, nei luoghi di svago serale e notturno, nelle stazioni e davanti alle tabaccherie.
- Risultati dello studio
Dalle interviste sono emersi alcuni spunti di carattere generale. Ad esempio, il littering viene generalmente percepito come un fenomeno grave da quasi tutti gli intervistati, anche se non sempre risulta evidente il collegamento tra il littering e preoccupazioni di tipo ambientale o ecologico. Il littering sembra infatti venire più strettamente legato a preoccupazioni sul mancato rispetto delle norme civiche e al decoro urbano. Anche per questo motivo, il littering sembra generare, in particolare tra le persone più anziane, un generico senso di degrado e insicurezza che spesso sembra coincidere con una mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni cittadine.
Molti degli intervistati ritengono poi che il fenomeno sia contrastabile attraverso il controllo degli spazi pubblici da parte degli enti preposti (con particolari riferimenti alla polizia locale); l’educazione sul tema in famiglia e nelle scuole; l’utilizzo di incentivi a mettere in atto comportamenti corretti e la maggiore presenza di cestini.
- L’evoluzione della tipologia del littering
Con l’arrivo del Coronavirs, come comunicato anche da Okkio sono cambiate le tipologie degli imballaggi Il coronavirus ha riportato in auge le plastiche, e, in parallelo, in diverse città svizzere si osserva una crescita del littering. La città ha chiuso parzialmente gli ecocentri, i parchi, i parchi giochi e il Dog Park per evitare l’assembramento delle persone. Le stesse, a causa del Lock down, hanno dovuto passare molto più tempo in casa concedendosi qualche passeggiata soprattutto in zona golena. Per le operazioni della spesa spesso le persone hanno indossato mascherine e guanti. Si constata un forte aumento di questo rifiuto che viene, in modo incivile, abbandonato nell’ambiente, alle fermate dei bus, nei parcheggi dei supermercati. I parcheggi dei supermercati sono di proprietà privata e di conseguenza la responsabilità per la pulizia non è dell’ente pubblico mentre negli spazi pubblici il compito è dell’ente pubblico. Mascherine e guanti sono vettori di trasmissione del virus e l’immagine del loro abbandono è molto forte (quasi paragonabili alle siringhe, ai preservativi, ecc) e trasmette un forte messaggio di degrado.
- Domande
- Il Municipio come valuta la problematica di questi nuovi tipi di rifiuti, in particolare di quelli sanitari?
- Come valuta il Municipio la questione sanitaria di questi rifiuti (mascherine e guanti)?
- Nei primi 4 mesi quante multe sono state afflitte per fenomeni di littering? Come commenta il Municipio questo numero?
- Cosa prevede di intraprendere il Municipio per arginare questo nuovo fenomeno?
- I supermercati sono stati sensibilizzati? Quali azioni sono previste?
- È prevista una specifica informazione alla popolazione, magari tramite il bollettino di informazione della città?
- È prevista una posa supplementare di cestini nei luoghi sensibili?
- Sono previste azioni di pulizia? Magari con l’impiego temporaneo di personale supplementare remunerato?