di Michele Egloff, candidato uscente al Consiglio comunale e candidato al Municipio per l’Unità di sinistra.
Nel Comune di Bellinzona sono circa 1400 gli allievi che frequentano una Scuola media, 1800 una Scuola media superiore e 3400 quelli che seguono una formazione professionale. Non sono cifre da poco. Sono numerose anche le società sportive che si dedicano a migliaia di ragazzi: in testa i Giovani Discatori della Turrita con un vivaio di più di 300 ragazzi, il Bellinzona Volley con oltre 250 giovani atlete, seguiti dai settori giovanili delle società di calcio, di atletica, di ginnastica, di pallacanestro, di nuoto ecc.
Eppure i giovani rivendicano da anni maggiori spazi e luoghi, aperti o chiusi, che permettano loro di organizzarsi autonomamente nel tempo libero, di incontrarsi e di socializzare. Rispetto alle proposte preconfezionate per loro dal mondo adulto, i giovani vorrebbero maggiori possibilità di autodeterminarsi e di esprimersi, con quella libertà che, se concessa, produce risultati pregevoli. Lo dimostrano ad esempio le serate libere e autogestite, organizzate allo Studio Foce di Lugano lo scorso inverno alle quali hanno partecipato anche molti ragazzi di Bellinzona.
Nella concezione della politica giovanile, il Comune di Bellinzona dovrebbe assolutamente trovare nuove modalità comunicative per coinvolgere i giovani nella sua elaborazione e nei successivi aggiornamenti. Si potrebbero mettere a profitto le esperienze del progetto The Social Truck della Cooperativa Baobab, attivo ormai da anni a diretto contatto con i giovani nei loro luoghi di aggregazione spontanea. Locarno ad esempio, con l’associazione Radix Svizzera italiana ha svolto una ricerca “tra pari” in cui alcuni ragazzi si sono messi a disposizione come ricercatori per intervistare dei coetanei, allo scopo di capire meglio come stanno i giovani della regione e di cosa hanno bisogno. Perché non coinvolgere direttamente i giovani nello sviluppo di idee e attività attraverso un approccio “tra pari”? Perché non dare più fiducia – definendone bene il quadro di riferimento – a quei giovani che già ora si presentano agli sportelli comunali per chiedere dei permessi per organizzare degli eventi?
Non dimentichiamo inoltre che una “Belli per i giovani” (che non sia esclusiva) dovrà tenere conto delle loro disponibilità finanziarie limitate. Pertanto, luoghi e spazi destinati ai giovani dovranno essere gratuiti o a basso costo. Se pensiamo alla fruizione del tempo libero nei locali pubblici o in strutture private, i prezzi sono decisamente troppo cari per questo segmento della popolazione. Non per nulla attualmente moltissimi giovani nel tempo libero si rifugiano in golena o salgono ai castelli, nonostante questi luoghi si rivelino alquanto inospitali nei mesi freddi, con il brutto tempo e a tarda notte.
Presto a Bellinzona un residente su tre avrà più di 65 anni. Un fenomeno che, giustamente, occuperà parecchio la politica comunale. Bisognerà però, altrettanto giustamente, esigere che, finalmente, anche i bisogni dei giovani vengano presi sul serio e non ignorati per l’ennesima volta.
(articolo pubblicato sul Corriere del Ticino online il 28 marzo 2024)