Interpellanza di Michele Egloff, Unità di sinistra.
“Rispettare il parco ed i piazzali” è la scritta che si può leggere su diversi cartelli posti ai confini del vasto parco situato a Bellinzona-centro al convergere di via Lugano e di Via convento, appresso alla villa di colore rosa sede della Conferenza delle Associazioni Tecniche del Cantone Ticino che raggruppa l’ASIAT (Associazione Studi d’ingegneria e Architettura ticinesi), l’ARTA (Associazione Tecnici Riconosciuti Antincendio), la CSEA (Collegio Svizzero degli Esperti – Gruppo regionale Svizzera italiana), la FAS (Federazione Architetti Svizzeri), la FSU (Federazione svizzera degli urbanisti), l’OTIA (Ordine degli Ingegneri e Architetti del Canton Ticino), la SIA (Società svizzera degli ingegneri e degli architetti – sezione Ticino) e lo Swiss Engineering ATS -sezione Ticino. La villa è pure sede dell’ASPAN, Associazione svizzera per la pianificazione del territorio), l’ATTEC (Associazione ticinese dei tecnici comunali), della Commissione Corsi internazionali per la professione di Disegnatore con indirizzo architettura, ma anche dell’Home treatment – Psichiatria acuta territoriale CPC dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale.
Viene da chiedersi che cosa abbia potuto pensare dell’ingiunzione onnipresente chi ha ricevuto l’ordine di procedere alla modinatura del comparto e innalzato antenne altissime ai quattro angoli del parco, preannunciandone così la fine, la sparizione. Dei piazzali per stazionare le automobili non ci preoccupiamo troppo: siamo certi che nel gigantesco stabile che ne prenderà il posto si sarà generosi nel prevedere il numero di stalli sotterranei da realizzare. Dopo avere alzato gli occhi sui numerosi maestosi alberi di grande pregio, ad alto fusto e larga ombreggiatura, ci si può invece chiedere – legittimamente pensiamo – con che diritto si possono cancellare tracce così importanti della memoria storica di Bellinzona, isole di verdura e frescura di questa fattura (eccezionale), troppo rare e di cui si sente l’assoluta necessità ad ogni inizio estate (sempre più calde, con periodi di canicola sempre più lunghi).
Inoltre, si sa, ville antiche e parchi sono anche dei marchi identitari delle città. A Milano, per prendere ad esempio una città storicamente imparentata con Bellinzona, le zone con ville, vecchie case e alberi importanti, sono inserite nei circuiti turistici, come “angoli” e vie belle da scoprire in città.
Nella zona in questione, dopo avere assistito inermi alla cementificazione totale, intensiva, del lato destro di Via Canonico Ghiringhelli, da Viale Stefano Franscini fino a Via Tommaso Rodari (pensiamo in particolare alla distruzione del bellissimo parco della Villa Colombo, poi Elzi, dove un tempo c’era il minigolf di Bellinzona), ora ci tocca subire lo stesso scempio per quanto riguarda il terreno ex-Gabuzzi?
Al Municipio rivolgiamo le seguenti domande:
- Esiste un inventario comunale degli alberi protetti o particolarmente degni/meritevoli di protezione?
- Esiste un inventario dei giardini/parchi protetti o particolarmente degni/meritevoli di protezione?
- Se esistono, sono aggiornati?
- In che misura se ne tiene conto nell’erogare le autorizzazioni di costruzione? Nella fattispecie, quanto si è tenuto conto delle qualità del parco nella procedura di autorizzazione edilizia?
- Se codesti inventari non esistono, non intende Il Municipio dotarsi (anche) di questo strumento per poter agire e distinguersi davvero con una virtuosa politica del verde urbano?
- Sennò, come intende il Municipio attivarsi per evitare la distruzione sistematica di grandi parchi e giardini, isole verdi, dotate di maestosi alberi ad alto fusto – che nel contempo costituiscono preziose tracce della memoria storica e vettori della promozione turistica della Città?