Pronzini e i suoi inascoltati tonanti appelli – La Regione, 15.09.2017

Di Mario Branda, sindaco di Bellinzona

Matteo Pronzini nel suo articolo pubblicato su ‘laRegione’ di due giorni fa ricorda che lo scorso 25 luglio i collaboratori della Città di Bellinzona hanno tenuto un’assemblea per dibattere dell’importantissimo tema del loro futuro sistema previdenziale. Con larghissima maggioranza (quasi il 75% dei voti!) i dipendenti hanno accettato la proposta del Municipio. Se la delusione di Pronzini per il risultato a lui avverso è umanamente comprensibile, sbaglia però a prendersela con il Municipio denunciando chissà quali turpi complotti e indebite coercizioni messe in atto dal datore di lavoro. Casomai gioverebbe che spendesse qualche minuto di riflessione per valutare i motivi per cui lavoratrici e lavoratori della Città siano rimasti così indifferenti ai suoi tonanti appelli. È però qui doveroso ricordare che l’assemblea del 25 luglio era stata indetta dal Fronte unico dei dipendenti (l’organizzazione unitaria che rappresenta le collaboratrici e i collaboratori della Città).

Al Municipio era stato chiesto di non partecipare, cosa cui l’Esecutivo si è senza problemi attenuto; immaginiamo che lo stesso valesse per i partiti politici, Mps di Pronzini compreso. I sindacati rappresentanti dei dipendenti, in particolare l’Ocst con Gianni Guidicelli e Carlo Vanoni e la Vpod con Stefano Testa, in ogni caso erano presenti e hanno partecipato. La proposta di nuovo sistema previdenziale era d’altra parte stata discussa e negoziata con gli stessi rappresentanti dei dipendenti e con i due menzionati sindacati. Naturalmente un conto è intervenire quale rappresentante sindacale riconosciuto e designato dai lavoratori, altra cosa è il proprio impegno partitico e politico. Probabilmente il rifiuto dei lavoratori di consentire a Pronzini l’accesso all’assemblea era legato a questo suo ruolo partitico. In ogni caso, sia detto per chiarezza, diversamente da quanto egli sostiene, il Municipio non ha inviato nessuna polizia, tanto meno in tenuta antisommossa! Ciò premesso, il Municipio non può ovviamente che confermare la soddisfazione per il chiarissimo risultato della consultazione, avvertendo al contempo la responsabilità per la fiducia che gli è stata accordata dai propri dipendenti. Una fiducia che, lo sappiamo, non può essere delusa. Ricordo infine che presso l’amministrazione cittadina i rappresentanti sindacali hanno sempre avuto accesso ai luoghi di lavoro. A Bellinzona non c’è mai stato bisogno di una sentenza del Tribunale federale per considerare i sindacati un partner importante nella discussione sui diritti dei propri collaboratori.