Intervento di Michela Luraschi nella riunione del Consiglio comunale del 26 settembre sul Messaggio municipale 654 relativo alla nuova sede provvisoria area Nord
Il Messaggio Municipale, completato con le informazioni riportate dal rapporto della Commissione Edilizia grazie all’audizione dei Municipali H. Bang e R. Bison, è chiaro: la situazione logistica delle scuole comunali di Bellinzona – area Nord – richiede un intervento di grande importanza svolto su più tappe, dall’urgenza, alla pianificazione sul lungo tempo.
Possiamo guardare indietro, cercare di trovare colpevoli e fare lotte di partito. Vero. Questo permette di fare rumore, articoli di giornale, ma non costruisce nulla. La situazione oggi, a prescindere dai presunti motivi del perché siamo arrivati qui, richiede invece l’esatto contrario e cioè di costruire qualcosa di concreto, ossia aule: spazi per le bambine e i bambini delle zone del centro di Bellinzona, la zona Nord.
La costruzione di spazi, è la tappa urgente. Sarà poi la costruzione di una scuola con la S maiuscola il progetto invece sul lungo periodo.
Oggi, settembre 2022, abbiamo un problema, ed è a proposito di questo che il Messaggio del Municipio ci chiede una valutazione.
- La sede di Molinazzo, che accoglieva due sezioni di SI, non ha ricevuto la concessione di agibilità da parte del Cantone. Queste sedi sono già oggi accolte nelle aule prefabbricate presenti sui terreni adiacenti alla palestra della Federale.
- Sappiamo che per l’anno scolastico 2023-2024, ci sarà un aumento di sezioni sia di SI che di SE. Questo aumento è prevedibile anche negli anni a seguire.
- Le scuole elementari Nord saranno presto in fase di ristrutturazione, che richiederà la necessità di spostare temporaneamente alcune sezioni.
Questi sono i problemi.
L’altro aspetto da considerare è la pianificazione avviata della costruzione di un nuovo polo scolastico in zona Vallone che potrà ovviare a tutte queste attuali problematiche logistiche.
Ora, alla luce di questi fatti, e solo questi, ossia numeri, problemi edilizi e logistici, il nostro compito è quello di guardare a cosa c’è dietro questi numeri. Non parlo di soldi di investimento, ma parlo di bambini e bambine: allieve e allievi che devono e vogliono andare a scuola. E docenti, operatrici e operatori scolastici che devono poter lavorare, accompagnare i loro alunni e sostenere la crescita di nuove generazioni. Stiamo parlando di persone. Che meritano attenzione e un luogo appropriato dove poter vivere la loro quotidianità scolastica. Ecco, io credo che loro meritino una lettura del messaggio 654 come una preziosa occasione per permettere che tutto questo accada: vivere una scuola sicura e serena, stimolante. Le pareti per un po’ di anni non saranno di mattoni o cemento ma di lamiera? Poco importa. Ci sarà comunque un luogo scolastico adeguato, unito, dove si creeranno attorno animazioni e progetti, per rendere bello anche quello che il termine “container” ci fa sembrare per forza brutto. Non dico che questo sia idilliaco, certo, ma è una soluzione intelligente, concretizzabile, con impatto ecologico e finanziario misurato. E sta a noi fare la differenza: sostenendo ora questo importante messaggio, e rendendo in seguito belli questi spazi e questo tempo.
Nel frattempo, sarà pianificato e costruito un nuovo centro scolastico – quella scuola con la S maiuscola. Dovremo aspettare 6-8 anni, è vero. Ma sarà l’occasione per progettare e realizzare finalmente quello che nella zona in questione di Bellinzona serve: spazi e luoghi pensati in grande, che considerano la pianificazione territoriale, i nuovi progetti in corso – non solo la zona Geretta, ma anche il nuovo quartiere Officine per esempio, eccetera. Come anche, un progetto che consideri i bisogni espressi da tempo, come una palestra multifunzionale, o spazi predisposti per i centri extrascolastici. Confidiamo che il Municipio abbia una visione ampia su questo nuovo e importante progetto.
Concludo quindi, ribadendo, a nome del gruppo UdS, l’urgenza di adottare il messaggio affinché si possano concretizzare queste soluzioni temporanee – evitando di chiamarle cerotti o alludendo a errori passati. Sono soluzioni che il Dicastero opere pubbliche (DOP), in concerto con il Dicastero educazione, cultura, giovani e socialità, hanno saputo trovare, con rapidità e valutando l’efficienza migliore.