Mobilità nella Nuova Bellinzona, resoconto del dibattito

Ecco il resoconto del nostro terzo dibattito del 14.3. 2017, alla Casa anziani Aranda di Giubiasco.

“Questo è un momento particolare: una campagna con uno scenario inedito. Tutto è nuovo ed è difficile fare previsioni. Una realtà difficile da approcciare, ma questo è il lato affascinante. La Nuova Bellinzona non sarà una città che centralizza e assorbe, ma sarà composta di tanti quartieri che costruiscono insieme!” [Renato Züger].

Tema centrale nella vita cittadina, urbana e periferica, la mobilità ha tenuto banco martedì 14 marzo – sala multiuso della casa anziani Aranda a Giubiasco –, durante il terzo dibattito elettorale organizzato dalla sezione Ps del Bellinzonese, in vista delle elezioni del 2 aprile. Il presidente sezionale Gilbert Jorio introduce la serata innanzi tutto presentando gli ospiti: Renato Züger (Ps), Silvia Gada (Plr), Claudio Cattori (Ppd) e Giulio Deraita (Lega-Udc-Ind.), moderati dal giornalista del «Giornale del popolo» Mauro Giacometti. Il moderatore ha intavolato la discussione, ponendo l’accento su alcuni aspetti cruciali riguardanti la regione e formulando diverse domande agli interlocutori.

Dopo un bilancio di trasporto e mobilità, si è visto che, dal 2014 al 2016, ci sono stati aumenti delle linee di trasporto pubblico, quindi dei chilometri percorsi: vi soddisfa questa crescita, questo miglioramento? C’è qualcosa da dire in più? E poi, il semisvincolo è una reale soluzione o solo una panacea? Che cosa potete dire rispetto al progetto Metro-Ticino? E lo sviluppo di una buona rete di bike-sharing, affinché la bicicletta sia un mezzo di spostamento vero e proprio? E, infine, un po’ provocatoriamente: perché la regione non ha la sua società di trasporto (come Locarno e Lugano, ad esempio)? Domande che hanno impegnato i relatori, nonché candidati al Municipio, dei diversi schieramenti in lizza, di cui riportiamo alcuni stralci.

Il primo a pendere parola è il candidato Lega-Udc-Ind. Giulio Deraita: «Il bilancio mi soddisfa, poiché guardando i parametri che abbiamo (geografici e viari) non si può dire che quanto fatto in tre anni non sia soddisfacente. Certo, sicuramente c’è altro da fare, non ci si ferma qui. In particolare riguardo alla mobilità lenta, malgrado le difficoltà che pone la geografia della regione. Il semisvincolo sicuramente aiuta e ci vuole, non è solo una panacea: avrà effetti positivi, ma non toglierà il traffico; bisognerà spingere le persone verso un cambiamento di mentalità, basata soprattutto sull’uso dell’automobile. Riguardo alla gestione trasporto pubblico, non abbiamo massa critica per gestire una nostra linea di trasporto, ad esempio, con l’Autopostale; inoltre finora non è mai stata sollevata la questione, quindi parrebbe non essere un problema».

Dal canto suo, il Ps Renato Züger: «Nel settembre 2014, è avvenuto un cambiamento epocale nel nel trasporto pubblico, con il raddoppio dell’offerta. Ora, sarebbe ideale aumentare la quota di utilizzo da parte degli utenti. Il tema del trasporto pubblico è un tassello che rientra nel discorso molto più ampio del trasporto in generale. La Città dovrà confrontarsi altresì con le grandi realtà urbane svizzere; da una parte considerando le infrastrutture, dall’altra la questione di mentalità: siamo ancora troppo legati alla mobilità privata. Quindi, la Nuova Bellinzona dovrà lavorare sulle infrastrutture da una parte, facendosi promotrice del cambiamento di mentalità, dall’altra. Questione semisvincolo: nessuna struttura può risolvere la mobilità, fluidificarla, ma sarà comunque utile. Bisognerà realizzarlo e, una volta presente, si attueranno misure pensate a corollario. Per quanto riguarda Metro-Ticino e circonvallazione: ci vorrebbe un progetto sulle varie strade percorribili, magari prendendo in considerazione i diversi mezzi, ragionando così in termini di trasporto intermodale. In generale, ripensare la mobilità della Nuova Bellinzona significherà anche considerare gli errori, come quello di proiezione. È sbagliato proiettare sul futuro le cattive abitudini, credendo che, aumentando la popolazione, aumenteranno anche le automobili. Sarà essenziale un cambiamento nella maniera di pensare – compito che ci si dovrà assumere –, puntando sulla mobilità lenta, rivalutando ad esempio la bicicletta quale mezzo di spostamento e non solo oggetto di svago».

La parola passa quindi alla Plr Silvia Gada: «Il bilancio di questi tre anni è un ottimo inizio, però le cifre date non significano il raddoppio dei passeggeri (dipende dai luoghi di destinazione, soprattutto pensando alle zone discoste). Quindi, la domanda è: le linee per le periferie vanno mantenute, oppure tolte, in particolare quando ci sono meno passeggeri? Non si tratta solo di una questione di mentalità; in realtà bisogna migliorare, adeguare i servizi che non permettono, ad esempio, di coordinare trasporto e orari lavorativi e scolastici».

Infine Claudio Cattori, del Ppd: «Purtroppo quando mi devo spostare devo scegliere gli orari per evitare l’intasamento del traffico. Per risolvere questo problema, il semisvincolo, fermo da 5 anni, sarà senz’altro una soluzione. Una delle domande che però dovremmo porci è: “chi viaggia sulle nostre strade?”. Spesso mi capita di notare che il traffico è creato, ad esempio, dai camion della nettezza urbana che svolgono il proprio lavoro durante il giorno… e come quelli, altri servizi, che potrebbero essere fatti la notte, viaggiano di giorno, creando traffico. Tutto il sistema di spostamento, a mio modo di vedere, dovrà essere ripensato».