Si preannunciano ulteriori ostacoli per la creazione di un centro culturale a disposizione di tutta la cittadinanza a Bellinzona. E’ notizia recentissima che la Confederazione, proprietaria dello stabile “ex ospedale di Ravecchia”, intende approfondire la possibilità di utilizzare parte dell’immobile non più utilizzato dalla Polizia militare, come sede della seconda camera d’appello del Tribunale Penale Federale (TPF). La separazione fisica delle due istanze è una nuova esigenza espressa dalle Camere Federali che non era ancora emersa al momento delle trattative di vendita dello stabile dalla Confederazione al Comune.
Questa richiesta rimette in discussione i contenuti del Messaggio Municipale originario, che prevede l’acquisto dell’intero stabile, da destinare in parte ai necessari nuovi uffici per il Dicastero Opere Pubbliche (DOP) e in parte a spazi dedicati ad attività culturali, sociali e turistiche da definire in seguito.
La sezione del Partito Socialista di Bellinzona ha sempre ritenuto prioritario la realizzazione in questi pregiati spazi di un centro culturale. Ad esempio, vedremmo di buon occhio la’ideazione di un modello simile a quella de “La Filanda” di Mendrisio, con la creazione di una biblioteca intergenerazionale, una caffetteria e la presenza di spazi d’incontro per gruppi, piccole associazioni e attività culturali, sale riunioni, conferenze, atelier, letture in pubblico, corsi per adulti. Un luogo di aggregazione per grandi e piccini, giovani e anziani.
Ora, è fuori dubbio che la Città deve facilitare la Confederazione nel trovare degli spazi confacenti alle necessità del TPF di Bellinzona. Sicuramente la Città deve trovare una soluzione per gli uffici del DOP che tra circa un anno dovranno lasciare la loro attuale sede. Non ci sono neanche dubbi riguardo all’importanza dell’acquisto di un immobile di tale importanza storica, favorito da una sua ubicazione in un contesto urbano e culturale di assoluto pregio. Tuttavia non possiamo ancora una volta sacrificare la decennale necessità di disporre di un centro culturale accessibile a tutta la popolazione.
Vale la pena ricordare che eventuali spazi nel nuovo quartiere che prenderà posto nell’attuale sedime delle Officine, saranno a disposizione solo tra un decennio e siamo purtroppo sicuri che ben poche forze economiche e politiche sosterranno la creazione di spazi socio-culturali in quel contesto. Ancora una volta siamo pronti a scommettere che, come oggi, emergeranno “altre importanti e legittime priorità”.
Il rischio concreto è dunque che il centro culturale non vedrà mai la luce.
Il PS Bellinzona si chiede quindi se l’ex ospedale di Ravecchia, che comprende anche degli stabili annessi, potrebbe ospitare le tre realtà? E se é mai possibile che sul vasto territorio della Nuova Bellinzona non esistano delle valide alternative per una delle tre realtà?
Senza mettere in dubbio l’acquisto dello stabile da parte della Città , senza sminuire le necessità del DOP e soprattutto riconoscendo l’importanza che l’intero TPF resti integralmente a Bellinzona , ci batteremo affinché:
- la cultura non venga sacrificata ancora una volta senza trovare subito delle soluzioni concrete, fattibili in tempo breve, per realizzare un centro culturale;
- la spesa delle attività culturali di Bellinzona passi dall’attuale circa 1% del budget globale ad un 3% più vicino agli standard di tutte le città ticinesi e svizzere.
La sezione del Partito Socialista di Bellinzona