La tematica dell’energia elettrica è da sempre al centro di molte attenzioni nel nostro Cantone e non da ultimo nei Comuni ticinesi. Il tema è tornato d’attualità con la decisione del Gran Consiglio del 4 novembre 2013 di modificare la legge cantonale di applicazione della legge federale sull’approvvigionamento elettrico eliminando di fatto le privative a favore dei Comuni per la fornitura d’energia elettrica e sostituendole con una tassa d’uso delle strade comunali. In più nella sua seduta del 16 dicembre 2013 il Gran Consiglio ha pure approvato l’istituzione di un fondo cantonale per favorire la realizzazione di nuovi impianti di energia rinnovabile ai sensi della Legge Federale sull’energia (LEne) finanziato attraverso un prelievo sulla produzione e sui consumi di energia elettrica.
Il saldo di questi cambiamenti per i Comuni è senza eccezioni negativo. A livello cantonale i Comuni registreranno di principio in generale una minor entrata complessiva di ca. 27-30 mio di franchi. Per i Comuni di Giubiasco e Pianezzo queste novità legislative comporteranno una minor entrata secca di ca. CHF 300’000.- rispettivamente di ca. CHF 30’000.-. Questa minor entrata per i Comuni potrà però essere almeno parzialmente compensata facendo capo ai finanziamenti del fondo cantonale sopraccitato, il quale dovrebbe generare annualmente tra i 18 e i 22 mio di franchi ca.
Il cambiamento è importante e secondo noi anche giusto. Si prelevano contributi vincolandoli a degli scopi ben precisi, contrariamente a quanto fatto sin qui. In pratica si cerca di stimolare i Comuni ad essere d’ora in poi concretamente attivi in ambito di energie rinnovabili e in particolare di promovimento dell’efficienza energetica. Insomma essi non potranno più come in passato usufruire a loro piacimento dei fondi ricevuti, ma dovranno utilizzarli per interventi direttamente attinenti allo scopo del prelievo.
Il discorso sulle privative, o tasse sul consumo, è da sempre piuttosto spinoso perché di fatto si trattava di tasse causali finanziate attraverso le bollette pagate dagli utenti (cittadini dei Comuni) per il loro consumo d’energia elettrica senza però un vincolo chiaro e preciso per i Comuni. Da qui la decisione del Tribunale Federale di statuire l’illegalità di questo prelievo. Il Cantone, attraverso le decisioni sopraccitate, ha giustamente cercato di attenuare l’impatto sulle finanze dei Comuni di questi cambiamenti.
Resta però aperto il discorso relativo all’impatto che queste modifiche legislative concretamente avranno sulla bolletta pagata dal cittadino consumatore. Un aspetto per chi come noi ha a cuore gli interessi dei cittadini e in generale dei consumatori, molto importante. Quello che è invece certo è che i Comuni, proprio in virtù di quanto previsto dalle normative riguardanti il nuovo fondo cantonale, per usufruire dei fondi dovranno allestire un piano energetico proprio e dimostrare l’effettivo utilizzo degli eventuali finanziamenti ricevuti. Un passo avanti nella giusta direzione, anche se, come spesso succede, si avanza lentamente e in maniera incompleta. Infatti mal si capisce perché quanto previsto per l’energia elettrica non sia stato previsto anche per il gas, altro vettore energetico per il quale dovrebbero valere gli stessi principi e quindi anche normative simili nella sostanza. In Gran Consiglio noi socialisti abbiamo fatto rimarcare questa incongruenza esprimendo l’auspicio che questa lacuna legislativa venga presto colmata.
A livello comunale vigileremo affinché i Comuni si attivino concretamente nel promovimento dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, nell’interesse dei cittadini consumatori e dell’ambiente.
La Redazione