Bellinzona: “città accessibile” sempre più inclusiva

Mozione di Danilo Forini e Michela Luraschi (primi firmatari).

PREMESSA

Permettere a tutte le cittadine e tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione di esercitare una vita piena, attiva.

Partecipare alla vita di una città è legato all’esercizio dei propri diritti. Per poterlo fare è però necessario poter avere accesso alla propria città e ai suoi servizi.

Per le persone con disabilità, questo non è sempre vero. L’accessibilità della città di Bellinzona è migliorata ma rimane parziale e molte barriere sono sempre presenti. Barriere che non sono solo architettoniche, ma anche linguistiche, strutturali e principalmente culturali. 

Le barriere che frenano la partecipazione delle persone con disabilità sono in realtà freni per una più ampia fascia di popolazione, perché fragilità e bisogni speciali sono presenti in molte persone, come ad esempio persone anziane, persone malate o vittime di piccoli incidenti, …

Una città senza ostacoli, senza scalini se non necessari, una città accogliente con operatori e funzionari all’ascolto e capaci di comunicare con cittadini e turisti è inoltre una città più bella per tutte e tutti.

Cosa si intende con “città accessibile”?

Un luogo accessibile, inclusivo, è un luogo capace di accogliere persone con diverse caratteristiche, senza escludere nessuno, che contempla tutte le categorie di utenti di prestazioni, servizi, eventi, infrastrutture: bambini, giovani, anziani, persone con disabilità fisiche, sensoriali, cognitive, psichiche, persone con disabilità permanenti o persone che si trovano in situazioni di difficoltà temporanee. 

L’accessibilità è intesa da un punto di vista architettonico, ma anche a livello di comunicazione, di tempo e attenzione dedicata all’accoglienza delle persone, dei cittadini.  

Perché Bellinzona deve diventare una città accessibile? 

Due i motivi. Il primo, imprescindibile, è che Bellinzona oggi non può più ignorare la definizione di disabilità dell’OMS e i principi della Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità.

L’ICF – Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (OMS) ci dice che la disabilità è la conseguenza di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali. Laddove i fattori ambientali non favoriscono la partecipazione sociale (l’inclusione) poiché c’è presenza di barriere, il grado di disabilità della persona aumenta. Questo significa riduzione delle autonomie della persona, della possibilità di autodeterminarsi. Ridurne in pratica le funzioni. Aumentare la sua disabilità.

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità adottata nel 2006 a livello internazionale e ratificata dalla Svizzera nel 2014, chiede, attraverso i suoi 50 articoli, di elaborare progetti, strategie e munirsi di qualsiasi strumento possa favorire la partecipazione delle persone con disabilità alla vita della società. Questo a livello nazionale, cantonale e comunale.

Il secondo motivo è perché, così facendo, si permette di ampliare il concetto di accessibilità a beneficio di tutta la popolazione. Un orientamento inclusivo di un progetto, un’infrastruttura, un evento, uno spazio (sia aperto che chiuso) ha benefici che vanno oltre la socialità: diventano economici e turistici. Pensiamo al turismo accessibile, ma anche al risparmio finanziario legato a costruzioni che già in partenza considerano le diversità e non esigono dunque interventi di adeguamento successivi che si sa, hanno costi elevati e scarseggiano nella qualità poi del risultato finale. Il concetto di “orientamento inclusivo” è oggetto di diversi progetti e studi, tra cui anche “Design for All” che nella Svizzera italiana è promosso da Inclusione Andicap Ticino.

Per questi motivi, in riassunto, eliminare le barriere e realizzare edifici, prodotti e ambienti che siano accessibili a tutti è un dovere della nostra città e anche una strategia lungimirante al fine di diventare una città attrattiva a tutti i livelli.

Quale via seguire?

Benché si cerchi sempre di fare il meglio possibile, dalle segnalazioni delle persone con disabilità che vivono in città ci sono ancora molti aspetti da migliorare.

Possiamo qui fare alcuni esempi principalmente legati a questioni architettoniche:

  • Accessibilità Museo Villa dei Cedri
  • Accessibilità nuovo Parco Fluviale
  • Accessibilità nuovo Parco Urbano
  • Accessibilità Chiesa Collegiata
  • Pavimentazione dei centri storici 
  • Piscina coperta
  • Sedi scuole comunali
  • Accessibilità a eventi organizzati con permessi municipali

La lista potrebbe continuare a lungo, anche perché il tema è complesso e trasversale a tutti i Dicasteri.

Per evitare che ogni volta le persone con disabilità debbano segnalare questi aspetti ai servizi comunali competenti o magari queste problematiche essere oggetto di interrogazioni, interpellanze e mozioni in Consiglio comunale, si ritiene fondamentale che l’Amministrazione comunale si doti di un “referente comunale per l’accessibilità” a cui i cittadini possono rivolgersi come interlocutore di contatto, come facilitatore, per interloquire con i servizi e le autorità comunali competenti. Un gruppo informale di persone con disabilità si è già costituito ed è talvolta in contatto con collaboratori e collaboratrici dell’amministrazione pubblica. Si reputa importante consolidare questa collaborazione attualmente spontanea e sporadica, allargando la partecipazione anche agli enti di riferimento che operano sul territorio. 

Inoltre, per anticipare i problemi, la Città potrebbe elaborare una strategia su più anni che definisca obiettivi generali, misure concrete e tempistiche per migliorare l’accessibilità e definirsi in generale “Bellinzona città inclusiva”.

MOZIONE

Formuliamo pertanto la seguente proposta di mozione. 

Il Consiglio comunale:

  1. Approva il principio di dichiarare “Bellinzona città inclusiva”.
  2. Chiede al Municipio di elaborare un Messaggio che definisca:
  3. Una strategia pluriennale con obiettivi generali, misure concrete e tempistiche per migliorare l’accessibilità e le modalità d’accoglienza dell’Amministrazione comunale nei confronti delle persone con disabilità.

Questa strategia dovrà:

  • Valutare lo stato attuale dell’accessibilità universale – secondo i principi generali suggeriti in questa mozione – della Città di Bellinzona.
  • Definire come intervenire nei luoghi e nei servizi che presentano barriere fisiche, barriere a livello di comunicazione (promuovendo ad esempio l’uso della lingua facile o la possibilità di comunicare con la lingua dei segni) e ostacoli nell’accoglienza al pubblico.
  • Sviluppare misure di promozione culturale volte al miglioramento dell’accessibilità universale.
  • Definire come monitorare, sin dalla nascita, i nuovi progetti comunali (di qualsiasi natura) affinché sia considerata anche la loro inclusività.
  • Un “referente comunale per l’accessibilità” all’interno dell’amministrazione

Si chiede al Municipio, nel medesimo Messaggio, di nominare un referente per la disabilità all’interno dell’amministrazione comunale valutando se proporre al Consiglio Comunale un finanziamento ad hoc oppure se possibile identificare una risorsa già esistente.

Tale referente è inteso come un “mediatore” che possa accompagnare, da un lato, i cittadini e le cittadine ad avere un interlocutore o un’interlocutrice in caso di problemi, domande, proposte e dall’altro sostenere le funzionarie e i funzionari confrontati con queste tematiche.

  • Istituisce una delegazione o una commissione di nomina municipale, modificando l’art 69 (o in alternativa chiedendo al Municipio di attivare l’art. 70) del Regolamento comunale. Creare un gruppo di accompagnamento composto da persone con disabilità e da professionisti del settore che possa essere consultato dal referente o dal Municipio per questioni puntuali o per scambi di riflessione inerenti a questioni legate all’accessibilità.
  • Il Municipio è incaricato del seguito della procedura.

Danilo Forini e Michela Luraschi (primi firmatari)
Vito Lorusso, Luca Madonna, Maura Mossi-Nembrini, Marguerite Ndiaye Broggini, Giulia Petralli (cofirmatari)