Ha suscitato reazioni a tratti veementi il rapporto di minoranza firmato dai nostri due rappresentanti in commissione delle petizioni Giacomo Buletti e Ettore Draghi e inerente il rispetto delle procedure da parte dei commissari della commissione delle petizioni in ambito di esame delle richieste di concessione dell’attinenza comunale. Qualcuno (perché sentitosi toccato direttamente?) non ha trovato di meglio che accusare i nostri rappresentanti di voler aprire le porte della naturalizzazione a tutti indiscriminatamente.
Niente di più falso e fuorviante. Infatti, al di la del fatto che sull’attuale procedura di naturalizzazione si può sicuramente discutere, il nostro gruppo in Consiglio comunale ha semplicemente richiamato i commissari al rispetto delle procedure previste dalla legge. Ne più, ne meno. Non è perché si ritiene che la legge non sia corretta che la si può deliberatamente violare quando si vuole. Se la procedura prevista dalla legge non va bene, cosa che per certi versi pensiamo anche noi, bisogna impegnarsi per modificarla in sede legislativa. Non ci sono altre possibilità. Le scorciatoie “fai da te” non vanno assolutamente bene perché creano una evidente disparità di trattamento fra i richiedenti l’attinenza comunale (naturalizzazione). Questo non è degno di uno Stato di diritto. Comunque per trasparenza e completezza d’informazione di seguito trovate quanto riportato nel rapporto di minoranza.
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“Ciò che vorremmo evidenziare sono due punti sostanziali che riguardano suddetto messaggio:
Difetto di procedura:
“I membri del legislativo sono tenuti alla descrizione ed al rispetto delle disposizioni inerenti la protezione e la divulgazione dei dati, analogamente al segreto istruttorio.
La completezza degli atti e delle informazioni sono importanti per decisioni fondate e oggettive, ma vi si deve giungere rispettando la procedura amministrativa. La competenza dell’allestimento del dossier è del Municipio che deve farlo in modo completo, esplicito e esaustivo; se sono necessari complementi o approfondimenti è a quest’ultimo che la Commissione si deve rivolgere.” 1
Ciò sta a significare che i commissari quanto i consiglieri comunali si devono attenere ai dati ed alle informazioni che ricevono dal Municipio e (nonostante si faccia finta di procedere correttamente chiedendo i complementi d’informazione) non dal commissario XY che si procura informazioni dall’esterno riportando i suoi “sospetti” all’interno della commissione.
Da un lato il comportamento di uno o più commissari è, a nostro modo di vedere, al limite della legalità (legge sulla protezione dei dati). In secondo luogo il o i suddetti commissari potrebbero non poter presenziare ad una seduta di commissione o ,pensando più in là, un domani non essere più Consiglieri comunali, ciò porterebbe una disparità di trattamento tra candidato e candidato.
Valutazione del candidato:
È chiaro che la naturalizzazione non è e non può essere un diritto acquisito, ma qualcosa che viene concesso per decisione del Legislativo (sulla base dei rapporti commissionali). Quando un candidato presenta la sua richiesta di cittadinanza, ha già intrapreso un percorso di rilievo (anni di residenza in Svizzera e nel comune in cui procede con la richiesta, iter burocratici molto lunghi, colloqui, in alcuni casi degli esami, ecc…) che dimostra effettivamente la sua volontà di appartenere al Comune. Anche di fronte a possibili risultati negativi per esempio negli esami di lingua o di conoscenza della civica, occorre ricordare che la decisione ultima è presa in coscienza da ogni singolo consigliere comunale, che quindi non dovrebbe “nascondersi dietro a un dito”, giustificando un voto negativo con il mancato superamento di questi esami, il cui significato e la cui rilevanza dovrebbero sempre essere relativizzati e contestualizzati, poiché è pressochè impossibile paragonare l’esito dell’esame, piuttosto che la qualità dell’espressione verbale tra una persona che ha avuto un istruzione simile alla nostra ed un’altra che, per vari motivi tra i quali disagi nel proprio paese, non ha nemmeno potuto concludere una formazione di base.”
Giacomo Buletti e Ettore Draghi
1 tratto dalle direttive per l’ottenimento della cittadinanza e dai formulari di richiesta