Di Henrik Bang
Le piccole e medie imprese (PMI) sono la spina dorsale del nostro tessuto economico, forse è per questo che ogni volta che si vuol far passare una proposta a tutti i costi si promettono grandi vantaggi per le PMI. Ed è quello che sta succedendo anche con la Riforma III: i sostenitori giurano che ci saranno grandi benefici per tutte le aziende, quando in realtà sanno perfettamente che tutti i tipi di sgravi previsti sono stati pensati solo e unicamente per le grandi imprese internazionali.
Già al momento della votazione sulla Riforma II i sostenitori giuravano che le PMI sarebbero state le principali beneficiarie delle misure. In realtà disposizioni come quella degli apporti di capitale sono andate ad unico benefico degli azionisti. Le grandi imprese – stando all’ultimo calcolo fatto dall’amministrazione federale della finanze nel 2014 – hanno costituito riserve per 1.130 miliardi con le quali pagano gli azionisti e questi ultimi non versano un franco di imposte. Dal 2011 infatti i rimborsi di capitale sono esenti dalle imposte federali, da quelle cantonali sul reddito e da quelle di compensazione. Significa milioni e milioni di mancate entrate per le casse pubbliche e le collettività non hanno più soldi per investimenti di cui avrebbero beneficiato anche le PMI locali.
Ancora peggiore la situazione di quelle aziende e attività che si rivolgono al mercato locale perché i comuni cittadini hanno sempre meno soldi da spendere. Negli ultimi anni i fenomeni della disoccupazione e del precariato si sono diffusi a macchia d’olio nel nostro cantone, è investono ormai tutti i settori con un conseguente calo del potere d’acquisto. Le continue manovre di risparmio adottate negli ultimi anni per tentare di porre rimedio ai deficit nella casse pubbliche hanno ulteriormente peggiorato la situazione: dal 2014 sono stati tagliati ben 55 milioni di aiuti, di cui 15 di politica familiare e 35 di sussidi di cassa malattia, e sempre più famiglie non arrivano a fine mese. Secondo un recente sondaggio 6 persone su 10 faticano a pagare i premi di cassa malattia e il 30% dei ticinesi teme che la sua situazione finanziaria peggiorerà. Sono pochi ormai quelli che ancora hanno soldi da spendere per far girare l’economia cantonale e siamo entrati in una specie di circolo vizioso: se i clienti non spendono, le aziende non incassano e tagliano posti di lavoro, ci saranno più disoccupati e quindi ancora meno soldi da spendere.
Le promesse della Riforma II si sono quindi rivelate totalmente infondate e le PMI ci hanno guadagnato poco o niente. Le stime delle perdite per le casse pubbliche erano ridicole visto che i mancati introiti sono stati fino a 10 volte superiori e ne hanno fatto le spese i cittadini comuni. Vediamo di non farci abbindolare un’altra volta, rispediamo questa legge al Parlamento federale perché faccia una progetto veramente equilibrato, non il solito regalo ai grandi gruppi internazionali e agli azionisti.
Henrik Bang
deputato PS in Gran consiglio