Il virus della disuguaglianza

Martina Malacrida Nembrini, candidata al Municipio e al Consiglio comunale per l’Unità di sinistra, Bellinzona

“La disuguaglianza è una violazione della dignità umana, è la negazione della possibilità che ciascuno possa sviluppare le proprie capacità”. Sono le parole di Chiara Saraceno, sociologa e studiosa dei temi legati alla famiglia, alla questione femminile, alla povertà e alle politiche sociali. Avere un lavoro, un’educazione, un reddito che consenta di vivere in maniera dignitosa e poter sentire di valere come persona è il minimo che si possa pretendere da una società democratica. Le disuguaglianze legate alla ricchezza, al reddito, alle condizioni di vita e alle prospettive per la propria famiglia sono però sempre più evidenti e ci presentano profonde e a volte drammatiche ingiustizie. 

La situazione pandemica che attanaglia il mondo sta scavando un solco sempre più ampio tra ricchi e poveri, concentrando ancor più la ricchezza in poche mani, mentre un numero sempre più consistente di persone non ce la fa, non riuscendo a raggiungere un reddito sufficiente per sé e per la propria famiglia.

La recente indagine Oxfam, sfociata nel rapporto “Il virus della disuguaglianza”, lancia un grido di allarme, affermando che questo aumento generalizzato delle disuguaglianze economiche potrebbe rivelarsi più letale del virus stesso. Come sempre capita, anche da noi, saranno le frange più fragili della popolazione a pagare maggiormente le conseguenze della crisi. E lo saranno ancor più le donne, già svantaggiate a livello salariale e con professioni meno tutelate dal diritto del lavoro, che non possono fare a meno di lavorare per completare redditi famigliari insufficienti. 

Ecco perché lo Stato deve intervenire a tutti i livelli e in tutti gli ambiti per combattere le conseguenze di questo fenomeno! Accanto alle sovvenzioni straordinarie, indispensabili per l’uscita del Paese dalla crisi e agli aiuti puntuali alle aziende e alle persone che perdono il salario, bisogna che i Cantoni e i Comuni mettano in atto al più presto con coraggio e lungimiranza le necessarie misure sociali. Qui un esempio soltanto: l’istituzione di servizi educativi extrascolastici di qualità estesi oltre l’orario delle lezioni, con rette proporzionali al reddito, affinché le famiglie (con un occhio di riguardo per quelle monoparentali) possano accedere con maggiore serenità alla vita lavorativa. 

Sono in atto cambiamenti strutturali nel mondo del lavoro, la vita è sempre più precarizzata e la società, duramente colpita dalla crisi, è sempre più instabile. L’attuale situazione di emergenza ha dimostrato in modo inequivocabile l’importanza del sistema formativo e dell’istruzione per il funzionamento stesso della società e per la crescita individuale e collettiva della cittadinanza. È lì che dobbiamo investire, subito!