di Ornella Buletti
Vicepresidente Comitato cantonale PS
Da tempo mi preoccupa la precarietà economica che esiste per molti salariati in Ticino, in particolare quelli che hanno qualifiche e formazioni limitate: la precarietà non incide solamente sulla sicurezza individuale del posto di lavoro, ma influenza negativamente anche i rapporti familiari e sociali.
L’iniziativa popolare “Aiutiamo le scuole comunali”, sulla quale voteremo in settembre, dà un contributo importante per il futuro dei nostri ragazzi, riducendo progressivamente (sull’arco di 5 anni) il numero massimo degli allievi per classe. Le ricerche internazionali mostrano che classi con meno allievi danno migliori risultati in matematica e in lettura (questo è logico perché il docente ha più tempo da dedicare al contatto con l’allievo e può capire meglio i suoi bisogni nell’apprendimento). A beneficiarne saranno certamente gli allievi meno favoriti socialmente e culturalmente. L’iniziativa prevede pure maggiore presenza di docenti di sostegno e appoggio per gestire le situazioni difficili. Si propone quindi un investimento pedagogico per i nostri allievi, che a medio termine avrà benefici anche per tutta l’economia, la quale ricerca sempre più persone ben formate e qualificate, andando spesso all’estero a ricercarle, cosa di cui spesso ci lamentiamo.
Un altro aspetto che mi convince dell’iniziativa è lo sviluppo delle mense, dei doposcuola e degli asili a orario prolungato: l’iniziativa prevede infatti un sussidio cantonale in modo da consentire a tutti i Comuni ticinesi di organizzare queste strutture di sostegno alle madri che lavorano. I costi di queste strutture extrascolastiche saranno suddivisi tra Cantone, Comuni e famiglie in base ad un regolamento cantonale. Anche questa misura favorisce l’occupazione delle donne residenti in Ticino, la parità donna –uomo ed è positiva per l’economia locale.
Spero quindi che il popolo ticinese accolga l’iniziativa popolare “Aiutiamo le scuole comunali”. È giusto investire per gli allievi e per le famiglie residenti, soprattutto quando si tratta di pochi decimali di spesa in più, che portano grossi vantaggi alla popolazione residente e all’economia.